Eh sì, perché ogni tanto tocca anche a loro portare a casa qualche medaglia e dimostrare che, oltre a vessare i propri atleti, sanno ancora come si gareggia!
Il 4 ottobre, coach Calcagni si cimenta nel medio di PeschieraTri: gara impegnativa ma divertente.
Il nuoto in lago resta il suo tallone d’Achille: boe poco visibili, rotta un po’ “creativa” e qualche metro extra di navigazione. Ma il coach non molla, anzi: con una T1 da manuale e una partenza in bici decisa, la rimonta è servita.
Il percorso è un “mangia e bevi” tecnico e veloce. Quando un atleta lo supera saltando un dissuasore come in BMX, il coach sorride… e lo imita.
Atterraggio perfetto, ghigno compiaciuto: nasce così il Grillo di Peschiera!
La bici fila via che è un piacere: ritmo costante, gamba buona e tanto divertimento. Si ricorda solo dopo che lo aspetta una mezza maratona e rallenta un pelo nel secondo giro (ma non smette di saltare!).
La corsa, invece, è un’altra storia: due salite cattive all’inizio e alla fine di ogni giro, da ripetere quattro volte.
Dura, durissima. Ma i triatleti hanno la testa più dura di tutto il resto: nonostante una caduta, chiude con onore in dignitose due ore.
Il 19 ottobre, tocca al coach Vecchia, impegnato nei Campionati Italiani di Medio a Varano — il suo classico appuntamento di fine stagione.
Il mare, a ottobre, non fa sconti: acqua fredda, onde e vento. Ma lui si tuffa deciso e affronta la frazione di nuoto con grande solidità.
Esce dall’acqua tranquillo, mentre gli altri arrancano, e parte per la bici tra lamentele preventivate: “sono a fine stagione… la preparazione è quella che è… c’è vento…” — ma la realtà è un’altra: 34 km/h di media su un percorso non proprio piatto.
Mostruoso e pure piagnone!
La corsa inizia prudente, ma il passo rimane inesorabile: 5’07”/km, e nemmeno un segno di cedimento.
Altro che “piano”, Vecchia si concede pure il lusso di chiacchierare e godersi il panorama, mantenendo la solita eleganza di chi corre come se avesse appena iniziato.
Arriva al traguardo con il sorriso e la consapevolezza di chi ha chiuso un’altra stagione… alla grande.
Ora meritato riposo per entrambi: gare concluse, medaglie vinte e tante storie da raccontare.
La stagione 2026 incombe — e i coach, si sa, piangono solo tra una gara e l’altra!