È davvero difficile trovare le parole giuste per descrivere questa ultramaratona. Quando ho chiesto ai bradipi cosa si provi a concludere una gara di 100 km, è stato come un attimo di silenzio, un momento in cui le parole sembrano sfuggire. Non è semplice mettere in fila, in modo razionale, tutto quello che abbiamo negli occhi e nella mente, i piccoli dettagli come le persone con cui si condivide questa lunga e affascinante strada che, partendo da Firenze e attraversando paesaggi bellissimi, conduce fino a Faenza. Le emozioni e le sensazioni sono ancora troppo vive per essere declinate in semplici pensieri. Tuttavia, la gioia che si prova è immensa, e come sempre ognuno ha la propria storia da raccontare.
Noi sappiamo soltanto che ventuno bradipi si sono preparati con dedizione per quasi un anno, pronti ad affrontare sacrifici e rinunce per un viaggio che, dalla Toscana, li porterà in Emilia. Una sfida non solo di resistenza fisica e mentale, ma anche naturalistica. Dietro a un evento così impegnativo, c’è anche un grande lavoro di volontariato, molte associazioni hanno prestato il loro servizio con entusiasmo. Ecco alcuni numeri: 21 punti di ristoro, 18 punti sanitari, 12 punti massaggi.
Ma torniamo ai nostri eroici bradipi. Per la classifica bradipa, tra i primi 5 arrivati, ben 4 sono donne straordinarie: Lisa Magnago, che con Fabio Florio si aggiudica il riconoscimento per le dieci partecipazioni, così come Paulo Cossio La Rosa, che si porta a casa quello delle cinque. La fortissima Elena Lorati, Mina Hoshemand, Alessandro Meccia e Tiziano Mercuri, che hanno ridotto di ben tre ore il loro tempo rispetto allo scorso anno. Un applauso speciale a Donatella Torre, che ha tessuto la sua tela di allenamenti e chilometri, arrivando ben preparata all’appuntamento. La meticolosa preparazione di Silvio Carnevali, che ha cercato di non lasciare nulla al caso, come portarsi dietro il cambio, strategia che gli ha permesso di concludere il suo primo passatore con grande orgoglio. E ancora, Massimo Ciocchetti, stremato ma comunque arrivato, così come Costantino Marco. Massimo Priore ne fa una questione di carattere, lui va dritto per la sua strada con il suo passo, un viaggio che è anche una gara, è la sua prima e la vuole concludere, si incontra con altri bradipi durante il tragitto, ci si aiuta anche un po, arriva felice alla fine.
Ma il freddo, è stata la variabile killer che ha colpito Fabrizio del Papa Massimo Leonardi e Andrea Bucra: anche quando la preparazione è accurata, non si può prevedere come andrà il giorno della gara. Le incognite in una 100 km sono infinite. Questa volta, il freddo ha fatto un brutto scherzo: quando non si riesce a bere né a mangiare durante una gara di questa portata, bisogna accettare di fermarsi. Andrea parla di superbia nel gestire la cosa, si basa sulle esperienze passate, essendo in ottima forma non ha creduto che il freddo potesse abbatterlo. La cosa brucia, ma c'è possibilità di rimettersi alla prova.
Anche Maria Celia Magno ci racconta di aver combattuto contro il freddo e vari dolori, senza arrendersi, portando a termine il suo primo grande traguardo. La strage del freddo si prende anche Antonio bonanni, Edith, abituata alle lunghe distanze, con il suo passo lento e sicuro, è arrivata comunque al traguardo. Bravi tutti i nostri centisti, Francesco Accarino, Cornelia Bogdan, Idrissi Kandri, Gian Battita Tramunto,.
E poi c’è il buio, la notte, che amplifica ogni emozione: a un certo punto, le luci di Faenza cominciano a intravedersi e si capisce che il traguardo è vicino.
Bravi ragazzi, ascoltare i vostri racconti ci ha emozionato profondamente, forse un viaggio così personale e introspettivo una volta nella vita dovremmo farlo tutti.